impressioni d’ottobre

L’autunno appena arrivato si prospetta come uno dei più duri che la Terra si appresta a vivere, quantomeno per quel che riguarda i suoi abitanti meno desiderati. Il virus che è tornato con forza nel paese non sembra voglia placarsi, e resta sempre più grande il mistero su quello che ci accadrà, tra speranza e rassegnazione. A colpire però è ancora l’incapacità di qualcuno nel capire che tutto questo non è un gioco, e che molto del nostro futuro dipenderà da questi imbarazzanti mesi che dovremmo vivere a cavallo tra la fine di un anno infausto ed uno che si aprirà nel medesimo modo. Quanto a me, di cose ne avrei da raccontare, ma nell’ultimo periodo tengo ancora più stretto quel vecchio adagio di tenere tutto dentro, sebbene questo alla lunga possa far male e persone più sagge di me più volte mi abbiano consigliato di aprire tutto e fregarsene delle conseguenze. Il progetto più ambizioso della mia vita è stato consegnato agli archivi, e senza dubbio nei prossimi mesi tutti sapranno di cosa si tratta. Un periodo magico chiusi in una bolla che sembrava proteggerci dal chiasso esterno, vissuto con vecchi amici e nuove compagnie, alcune di queste già divenute speciali. Al solito ci sono le solite rotture di cazzo, tra famiglia e qualche litigio d’amore, ma lo spirito che porto dietro in questo periodo è lasciate che tutto accade e poi, forse, provare a capire il modo più efficace per risolvere tutto. Nessuno sa cosa succederà a nessun altro, e la vita che scorre in maniera più veloce crescendo con l’età mi portano a pensare che a volte non serve mettersi li a riflettere sul cosa e sul perché, che bisogna andare avanti e pensare un po’ a se stessi, l’unica persona che realmente dovrebbe interessarci sapere come sta. E queste parole senza senso e sconclusionate sono la cosa più immediata e sentita che mi venisse in mente, non so perché, ho aperto lo spazio vuoto e l’ho riempito, perché cosi mi andava.