nordica nostalgia

“Don’t let them tell you, don’t let them tell you who you are”: dodici anni di silenzio sono tanti, specie in un mondo che viaggia alla velocità della luce e quando scendi alla fermata sbagliata sai già che risalire sarà davvero complicato. Eppure, nei versi di Rumors, brano d’apertura di Peace Or Love, i Kings of Convenience dichiarano subito cosa c’è dietro a tutto questa attesa, che è una sorta di invito a non accontentarsi, non dar motivo agli altri di convincervi a fare o essere qualcosa che non siete. Inizialmente concepito tra il 2015 e il 2016, il quarto lavoro in studio del duo norvegese inizia a prendere forma nel 2019, grazie ad una ritrovata ispirazione e la possibilità di intersecare le proprie esperienze di vita, che passano dalla freddissima penisola scandinava alla calda Siracusa, dai viaggi in Cile agli incontri speciali con l’amica Feist. E il tempo non sembra passato da quel folgorante esordio che fu Quiet is the new loud: chitarre fingerpicking, nostalgie dolceamare, voci bilanciatissime, all’unisono e al solito liriche che sanno emozionare e incuriosire con l’aura di candida malinconia che trascinano con se, a partire dalla già citata Rumors, passando per la briosa Rocky Trail, che inaugura la nuova fase della maturità guardando al passato, il tutto racchiuso in un video giocoso che mostra anche la particolare attenzione per la messa in scena e l’amore per i pianosequenza, come accadeva per MisreadMe in You etc. La straordinaria Feist entra in punta di piedi nella flebile incertezza di Love is A Lonely Thing e nella sublime Catholic Country, con il suo stile quasi bossanova e un refrain dubbioso e divertente giocato sul cosa aspettarsi e cosa volere. Gli echi pop di Angel, la disco retrò di Fever, i passaggi “maliconico naif” – come li ha definiti Erlend – di Killers e Song About It, le pagine folk che guardano ai sessanta come le scarne Comb My Hair e Ask For Help e infine la meravigliosa chiusura di Washing Machine, che torna con meravigliosi simbolismi alle difficoltà relazionali, rendono Peace Or Love una calda carezza di cui le nostre anime avevano bisogno, e soprattutto riportano in auge due autori di incredibile talento che, dopo essersi presi il loro tempo per scrivere, vivere e ritrovarsi, dimostrano che la musica sa esprimersi al massimo solo quando trova il momento di manifestarsi serenamente.

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